lunedì 20 luglio 2015

Le problematiche giuridiche dell’ecommerce*

Al giorno d’oggi è impensabile che un’azienda non sia presente on line per promuovere la propria attività e prodotti. Non tutti i siti di commercio elettronico sono però realizzati correttamente; qui di seguito alcuni consigli e riflessioni per realizzare un ecommerce a norma di legge.
1. Sito web e scelta del nome a dominio
Il negozio “normale” è contraddistinto dal marchio, dalla ditta o dall’insegna; nel web tale funzione distintiva è svolta dal nome a dominio, la cui scelta è quindi strategica perché da essa dipende il successo della presenza aziendale nel web. Dal punto di vista giuridico sarà poi importante evitare di registrare nomi a dominio che possano entrare in conflitto con marchi altrui preesistenti.
2. Contenuti fondamentali
L’utente dovrà percepire chiaramente e senza equivoci chi vende, che cosa si vende, come si vende e quanto costa; queste informazioni essenziali dovranno essere fornite dal gestore del sito in modo unitario, attraverso la predisposizione di un documento denominato “condizioni generali di vendita/fornitura”, che dovrà essere posizionato in apposita sezione del sito web facilmente raggiungibile (di norma, direttamente dalla home page). Le condizioni generali rappresentano, pertanto, l’elemento fondamentale del sito di ecommerce in quanto costituiscono il contratto che fornitore ed utente andranno a concludere.
3. Conclusione del contratto
Ma come si conclude il contratto su internet? Il fatto che le parti non siano fisicamente di fronte l’una all’altra non impedisce l’applicabilità dei principi generali, per i quali un accordo è concluso quando i soggetti interessati manifestano la loro reciproca volontà in tal senso. Nel web ciò che cambia è proprio il modo in cui questo consenso viene scambiato: ciò potrà avvenire a mezzo di mail, oppure, come sempre più spesso accade, attraverso la compilazione di un apposito forma da parte dell’utente.
4. Modalità di pagamento
La sempre maggior diffusione del commercio elettronico è dipesa anche dall’adozione di sistemi di pagamento di volta in volta più sicuri e trasparenti.
In linea di principio, le modalità con le quali si possono acquistare beni o servizi on line, sono molteplici; si pensi per esempio al tradizionale bonifico bancario, alle carte prepagate o anche al pagamento in contrassegno; però i sistemi di pagamento ora mai più diffusi sono il pay pal e la carta di credito in quanto uniscono affidabilità e limitazione di costi per i titolari dei siti di ecommerce.
5. Privacy e marketing on line
Una tematica strettamente legata all’ecommerce è quella relativa alla tutela della privacy dell’utente ed alle restrizioni poste all’attività promozionale. Senza la pretesa di esaurire simili argomenti in questa sede, si ricorda che il titolare del sito dovrà adempiere a tutti gli obblighi in tema di privacy; a tal proposito si rammenta che la tradizionale privacy policy del sito web oggi deve necessariamente essere integrata con le nuove e recenti disposizioni in tema di cookie.
6. Adempimenti burocratici
Un breve cenno in merito agli adempimenti burocratici connessi all’ecommerce.
La procedura è alquanto semplice, oltre che semplificata dato che, dal 2010, sono stati introdotti nel nostro Paese alcuni sistemi di semplificazione amministrativa che permettono all’utente di coordinare i vari adempimenti nei confronti della p.a.
Con l’introduzione della Comunicazione Unica non è più necessario diversificare le procedure a seconda dell’ente pubblico destinatario e tutti gli adempimenti possono essere assolti rivolgendosi al Registro delle Imprese. La presentazione dei moduli necessari potrà avvenire tramite la procedura “comUnica” che consente, tramite un modello unico, di richiedere contestualmente, l’attribuzione del codice fiscale o partita iva, l’iscrizione al Registro delle Imprese, l’apertura della posizione assicurativa presso l’INAIL e la richiesta di iscrizione all’INPS dei dipendenti o dei lavoratori autonomi. Sempre con la medesima procedura è possibile presentare altresì l’eventuale SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività da presentare al Comune nel quale si vuole aprire l’attività).
7. Nuove prospettive
In chiusura, qualche considerazione a proposito del DDL n. 1629/2014 in materia di apertura degli esercizi commerciali, approvato dalla Camera dei Deputati nello scorso settembre e attualmente all’esame al Senato e che tante polemiche sta alimentando tra gli operatori del settore e non.
Il disegno di legge, diretto a modificare gli orari di apertura/chiusura degli esercizi commerciali, prevede 12 chiusure festive obbligatorie l’anno ma non specifica se tale obbligo debba essere esteso anche ai negozi on line, e quindi all’ecommerce. Non è chiaro, infatti, se anche i web store siano tenuti al rispetto delle nuove prescrizioni e, cosa ancora più curiosa, quale sarebbero in concreto le modalità di creazione delle serrande virtuali.
La sensazione è, ancora una volta, di avere un Legislatore poco in linea con la società del web 2.0.
*post redatto con la collaborazione della dott.ssa Vania Fogagnolo