Al giorno d’oggi è impensabile che un’azienda non sia presente on line
per promuovere la propria attività e prodotti. Non tutti i siti di commercio elettronico sono però realizzati
correttamente; qui di seguito alcuni consigli e riflessioni per realizzare un
ecommerce a norma di legge.
1. Sito web e scelta del nome a
dominio
Il negozio “normale” è
contraddistinto dal marchio, dalla ditta o dall’insegna; nel web tale funzione
distintiva è svolta dal nome a dominio, la cui scelta è quindi strategica
perché da essa dipende il successo della presenza aziendale nel web. Dal punto
di vista giuridico sarà poi importante evitare di registrare nomi a dominio che
possano entrare in conflitto con marchi altrui preesistenti.
2. Contenuti fondamentali
L’utente dovrà percepire chiaramente e senza equivoci chi vende, che cosa
si vende, come si vende e quanto costa; queste informazioni essenziali dovranno
essere fornite dal gestore del sito in modo unitario, attraverso la
predisposizione di un documento denominato “condizioni generali di
vendita/fornitura”, che dovrà essere posizionato in apposita sezione del sito
web facilmente raggiungibile (di norma, direttamente dalla home page). Le condizioni
generali rappresentano, pertanto, l’elemento fondamentale del sito di ecommerce
in quanto costituiscono il contratto che fornitore ed utente andranno a
concludere.
3. Conclusione del contratto
Ma come si conclude il contratto su internet? Il fatto che le parti non
siano fisicamente di fronte l’una all’altra non impedisce l’applicabilità dei
principi generali, per i quali un accordo è concluso quando i soggetti
interessati manifestano la loro reciproca volontà in tal senso. Nel web ciò che
cambia è proprio il modo in cui questo consenso viene scambiato: ciò potrà
avvenire a mezzo di mail, oppure, come sempre più spesso accade, attraverso la
compilazione di un apposito forma da parte dell’utente.
4. Modalità di pagamento
La sempre maggior diffusione del commercio elettronico è dipesa anche
dall’adozione di sistemi di pagamento di volta in volta più sicuri e
trasparenti.
In linea di principio, le modalità con le quali si possono acquistare
beni o servizi on line, sono molteplici; si pensi per esempio al tradizionale
bonifico bancario, alle carte prepagate o anche al pagamento in contrassegno;
però i sistemi di pagamento ora mai più diffusi sono il pay pal e la carta di
credito in quanto uniscono affidabilità e limitazione di costi per i titolari
dei siti di ecommerce.
5. Privacy e marketing on line
Una tematica strettamente legata all’ecommerce è quella relativa alla
tutela della privacy dell’utente ed alle restrizioni poste all’attività
promozionale. Senza la pretesa di esaurire simili argomenti in questa sede, si
ricorda che il titolare del sito dovrà adempiere a tutti gli obblighi in tema
di privacy; a tal proposito si rammenta che la tradizionale privacy policy del
sito web oggi deve necessariamente essere integrata con le nuove e recenti
disposizioni in tema di cookie.
6. Adempimenti burocratici
Un breve cenno in merito agli adempimenti burocratici connessi all’ecommerce.
La procedura è alquanto semplice, oltre che semplificata dato che, dal 2010,
sono stati introdotti nel nostro Paese alcuni sistemi di semplificazione
amministrativa che permettono all’utente di coordinare i vari adempimenti nei
confronti della p.a.
Con l’introduzione della Comunicazione Unica non è più necessario
diversificare le procedure a seconda dell’ente pubblico destinatario e tutti
gli adempimenti possono essere assolti rivolgendosi al Registro delle Imprese. La
presentazione dei moduli necessari potrà avvenire tramite la procedura
“comUnica” che consente, tramite un modello unico, di richiedere contestualmente,
l’attribuzione del codice fiscale o partita iva, l’iscrizione al Registro delle
Imprese, l’apertura della posizione assicurativa presso l’INAIL e la richiesta
di iscrizione all’INPS dei dipendenti o dei lavoratori autonomi. Sempre con la
medesima procedura è possibile presentare altresì l’eventuale SCIA (Segnalazione
Certificata di Inizio Attività da presentare al Comune nel quale si vuole
aprire l’attività).
7. Nuove prospettive
In chiusura, qualche
considerazione a proposito del DDL n. 1629/2014 in materia di apertura degli
esercizi commerciali, approvato dalla Camera dei Deputati nello scorso settembre
e attualmente all’esame al Senato e che tante polemiche sta
alimentando tra gli operatori del settore e non.
Il disegno di legge,
diretto a modificare gli orari di apertura/chiusura degli esercizi commerciali,
prevede 12 chiusure festive obbligatorie l’anno ma non specifica se tale
obbligo debba essere esteso anche ai negozi on line, e quindi all’ecommerce. Non
è chiaro, infatti, se anche i web store siano tenuti al rispetto delle nuove
prescrizioni e, cosa ancora più curiosa, quale sarebbero in concreto le modalità
di creazione delle serrande virtuali.
La sensazione è, ancora
una volta, di avere un Legislatore poco in linea con la società del web 2.0.
*post redatto con la collaborazione
della dott.ssa Vania Fogagnolo